Laser Nd-YAG

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L’utilizzo della luce a scopo terapeutico ha una lunga tradizione che ha portato nel tempo alla scoperta della laserterapia. Nel dettaglio, una luce laser ha la particolarità di presentare caratteristiche peculiari e distintive come la “monocromaticità” (la luce laser presenta un singolo “colore” puro), la brillanza (ovvero la forte concentrazione energetica) e la unidirezionalità.

In fisioterapia si utilizzano laser a bassa o media potenza che spesso emettono luce dello spettro rosso o infrarosso. I laser possono essere classificati in base alle loro caratteristiche, e quindi possiamo avere: laser classificati per il tipo di sorgente che emette la radiazione, per la loro potenza e per la modalità di emissione. In base alla sorgente che li genera i laser più utilizzati in fisioterapia sono i laser diodici e il laser NdYag (NeodimioYag).

Nello specifico il laser “Nd-YAG” prevede l’utilizzo di un manipolo tenuto a breve distanza dalla cute capace di proiettare un raggio focale che riesca a coprire un’area di pochi centimetri quadrati con una luce infrarossa di lunghezza d’onda di 1064 nano-metri, erogata con modalità pulsata.

Come tutti i laser a bassa potenza anche quello Nd-YAG agisce attraverso meccanismi biologici non-termici e proprio per questo è applicabile anche in fase acuta,su lesioni causate molto spesso da traumi muscolo – articolari.

Allo stesso tempo questa tecnica risulta strettamente indicata per diverse patologie quali:

  • patologie muscolo-tendinee di origine traumatica come tendiniti, “strappi” muscolari, distorsioni legamentose.
  • patologie di varia natura sia reumatica che degenerativa
  • ferite a lenta guarigione, piaghe e ulcere di ridotta superficie.

Come altri diversi tipi di laser, la laserterapia Nd-YAG non avendo effetti termici e non generando campi elettromagnetici di potenza rilevante, non ha le tipiche controindicazioni delle altre terapie fisiche (rischi di surriscaldamento di tessuti o impianti metallici o di malfunzionamento di dispositivi elettrici intracorporei). Allo stesso tempo però è necessario evitare il trattamento di cute ove siano presenti nei e l’esposizione dell’occhio per escludere qualsiasi rischio di lesione retinica.