
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: DIAGNOSI E TRATTAMENTO
La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è la malattiada compressione nervosa più frequente, causata dalla compressione del nervo mediano a livello del canale carpale. Si manifesta generalmente dopo i 50 anni e colpisce prevalentemente il sesso femminile.
I sintomi principali sono sensazioni anormali, dolore e debolezza in diverse combinazioni. I pazienti possono riferire intorpidimento (ipoestesia), o altri sintomi sensitivi come “spilli e aghi”, formicolii, punture, bruciature o sensazioni come di shock elettrico. Tali sensazioni vengono definite parestesie e sono localizzate precisamente lungo la distribuzione cutanea del nervo, sebbene molto spesso preferibilmente nelle parti distali di tale distribuzione. Clinicamente nelle fasi iniziali il soggetto avverte delle vere e proprie scosse che possono essere evocate anche attraverso la percussione a livello del tunnel carpale.
Come è possibile fare una diagnosi certa?
Come prima cosa il soggetto viene sottoposto ad un esame obiettivo sensoriale che inizia chiedendo al paziente di delineare l’area caratterizzata da anormalità sensoriali; per conferma spesso si può testare con la leggera pressione del dito, oppure utilizzando uno spillo che può rilevare un’area anormale dal punto di vista sensoriale sebbene alla pressione digitale, questa risulti normale.
Allo stesso tempo è necessario sottoporre il paziente ad un esame strumentale più efficace come l’elettromiografia, che comporta la stimolazione elettrica del nervo mediano atta a valutare la risposta di alcuni parametri tra cui la velocità di conduzione.
Una volta diagnosticata la patologia il paziente può essere sottoposto, sotto consiglio del medico, a due tipi di trattamento: conservativo e chirurgico. Il primotrattamento viene spesso indicato nelle forme lievi e di insorgenza recente, in presenza di disturbi come parestesie passeggere e datanti da pochi mesi, in assoluta assenza di segni neurologici importanti e con elettromiografia indicativa di una compressione nervosa leggera.Il trattamento conservativo consiste nell’uso di farmaci antinfiammatori e di tutori rigidi notturni del polso in posizione neutra, per ridurre la pressione all’interno del canale ed eventualmente in una infiltrazione steroidea al polso, ripetibile al massimo un’altra volta nel corso dell’anno.
Il secondo trattamento invece viene indicato in particolare per le forme gravi e moderatee in caso di turbe della sensibilità e/o atrofia della muscolatura tenare, quando i segni clinici ed elettromiografici durano da più di un anno, e inoltre in presenza di coesistente tenosinovite dei flessori con dita a scatto e quando le parestesie sono continuative con dolori notturni o diurni insopportabili.
A seguito dell’intervento sarà necessario programmare un percorso riabilitativo; generalmente viene suggerito al paziente di muovere le dita libere dalla medicazione subito dopo l’intervento e mantenere l’immobilizzazione per due settimane mediante stecca gessata o splint. Dopo 15 giorni si inizia laterapiariabilitativa:esercizi di mobilizzazione e massoterapiadi svuotamento, con successivo scollamento della cicatriceed eventuale terapia antinfiammatoria locale (laser o tens).
Tutti gli accorgimenti del post operatorio vengono in ogni caso prescritti direttamente dal medico e organizzati con il terapista per ogni singolo paziente così da poter garantire la ripresa in tempi rapidi.