LOMBALGIA: UN DOLORE ACUTO O CRONICO?

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La lombalgia è diventata negli ultimi anni una delle patologie piu' diffuse dei paesi industrializzati; infatti è stata definita la causa più  frequente di disabilita' sotto i 45 anni che colpisce dal 60% all’80% degli adulti nell’arco della loro vita.

 

Il termine “lombalgia” indica solo la presenza di un dolore in sede lombare, senza specificarne la causa, ne' le strutture coinvolte. Generalmente può scatenarsi o a seguito di attività che sottopongono la colonna a microtraumi ripetuti, frequenti sollevamenti, rotazioni forzate e/o flessioni ed estensioni ripetute; stress posturali ma anche a seguito di un lavoro sedentario o fisicamente impegnativo che comporta una poca attenzione alla propria postura.

Inoltre vengono annoverati tra i fattori di rischio più comuni per lo sviluppo di questa patologia anche la ridotta articolarita' della colonna e dell’anca, la ridotta forza dei muscoli del tronco, la ridotta coordinazione, la ridotta elasticita' degli ischiocrurali e la ridotta resistenza degli estensori del rachide.

Da uno studio emerge che l’85% delle lombalgie è dovuto a cause meccaniche come traumi ripetuti dati da sovraccarichi funzionali, carichi di lavoro eccessivi per intensita' o durata che possono favorire la comparsa di sindromi dolorose con evoluzione cronica. Quando il dolore compare improvvisamente si tratta in genere di lombalgia acuta, che può arrivare a causare un disturbo comunemente conosciuto come "colpo della strega", ma non sempre  tutte le lombalgie sono passeggere. A volte il problema è causato da malattie che provocano di per sé la cronicizzazione di questo sintomo, mentre altre volte si tratta di una lombalgia acuta (magari dovuta a una semplice lesione o un danno accidentale) che diventa cronica. In quest'ultimo caso i periodi in cui si soffre di mal di schiena possono essere intervallati da periodi in cui il dolore dà tregua, ma il risultato è lo stesso: il fastidio diventa un compagno di vita e minaccia seriamente il benessere personale.

Per questo motivo è importante effettuare una corretta valutazione funzionale del disturbo del singolo paziente per individuare la strategia riabilitativa piu' opportuna.

Sul piano riabilitativo, per inquadrare il problema del dolore, ci si avvale dei sistemi che tengono conto sia dell’origine dei sintomi, sia della possibilita' di identificare la sorgente anatomica del disturbo, per poter intervenire con procedure di trattamento conservativo e terapie cognitivo-comportamentali. Il trattamento migliore per combattere il mal di schiena lombare dipende dal tipo di dolore, dalla sua intensità e dalla storia individuale del paziente ma generalmente, come primo approccio, sono quasi sempre consigliate terapie a base di farmaci antidolorifici e antinfiammatori come i FANS per uso orale e contestualmente sedute di fisioterapia; in particolare trattamenti che utilizzano il calore come principio terapeutico come la tecarterapia, uno strumento che consente di migliorare notevolmente il dolore, l'infiammazione e le contratture muscolari.

Inoltre l'esercizio fisico e la ginnastica posturale fanno sempre parte del piano terapeutico contro il dolore lombare; infatti l'attività programmata con un fisioterapista esperto prevede di eseguire movimenti ed  esercizi aerobici mirati a rinforzare i muscoli. Questi abbinati ad uno stretching adeguato e ad una ginnastica posturale permettono di riacquisire il corretto atteggiamento posturale, condizione che garantisce i migliori rapporti tra i vari elementi articolari che in caso di lombalgia, vengono a mancare.

 

Solamente in alcuni casi il dolore può continuare anche per molte settimane e a volte anche in maniera più acuta. In questo caso il dolore lombare può richiedere trattamenti più invasivi, come iniezioni epidurali di steroidi o in ultima analisi ricorrere alla chirurgia