
CHIRURGIA DELLA MANO: IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA FISIOTERAPIA
La mano è un organo complesso e delicato e ogni volta che qualcosa come un trauma, un’immobilizzazione o una patologia altera il suo preciso equilibrio risponde con reazioni particolari che la differenziano da qualsiasi altro distretto corporeo, rendendo necessario un intervento specialistico. Ad esempio la frattura del radio distale (DRF) è una delle fratture più comuni dell'arto superiore, che potrebbe essere responsabile di circa il 15,7% delle fratture dell'arto superiore.
La maggior parte dei pazienti con questo tipo di frattura sono principalmente donne di mezza età e anziane, la maggior parte delle quali ha ancora un malinteso sul fatto che devono riposare e non possono fare esercizio durante la fase di recupero.
Da diversi studi presenti nella letteratura scientifica l’intervento fisioterapico si è dimostrato essere una delle strategie più efficaci per migliorare la salute e promuovere il recupero. Un appropriato esercizio riabilitativo infatti può accelerare la circolazione sanguigna locale; accelerare la riparazione dei tessuti molli circostanti; prevenire l'atrofia muscolare, l'adesione della cavità articolare e la rigidità; ridurre il verificarsi di complicanze come la disfunzione delle articolazioni vicino al sito della frattura.
Molto spesso i pazienti con fratture hanno scarsa dimestichezza con la formazione riabilitativa postoperatoria. Generalmente però si fa riferimento a un percorso terapeutico di riabilitazione nei seguenti casi: in seguito ad un periodo di immobilizzazione in gesso o dopo un intervento chirurgico; in presenza di patologie infiammatorie o degenerative come artrosi o artrite reumatoide o prima di alcuni interventi chirurgici per preparare la mano e i suoi tessuti all’intervento.
In ogni caso però a seconda della patologia, del trattamento deciso (conservativo-chirurgico) e della tempistica della presa in carico, il terapista sceglie quali siano le tecniche più adatte per: recuperare gradi di movimento articolare; recuperare forza muscolare e migliorare la funzionalità.
Nello specifico nella riabilitazione della mano si utilizzano terapie come:
- le stimolazioni antalgiche, come la T.E.N.S. (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulator) che consiste nell'applicazione sulla cute di lievi impulsi elettrici, che attivano fibre nervose di grosso diametro riducendo la percezione del dolore. L'effetto antalgico della TENS è quindi da attribuire all'inibizione delle afferenze nervose coinvolte nella trasmissione nocicettiva
- L’Elettrostimolazione muscolare che è in grado di contrarre, sottraendole alla volontà, le fibre muscolari creando quindi il movimento. Può essere infatti considerata come un coadiuvante del rinforzo muscolare.
- Il controllo dell’edema conseguente a un trauma o ad un intervento chirurgico. Si manifesta soprattutto sul dorso della mano, dove cute e tessuti sono più elastici, con conseguente limitazione del movimento articolare.
- La propriocezione (nota anche come cinestesia) è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento.
Va sottolineato però che la terapia rieducatrice necessaria è quella quotidiana dove il movimento attivo della mano deve essere ottenuto con la terapia occupazionale, costituita da lavori specifici per rieducare dati movimenti e funzioni, molto meglio che con esercizi elementari o stereotipati. Naturalmente il paziente va istruito anche a fare certi movimenti elementari necessari a vincere certe rigidità e a ottenere il miglior risultano nel tempo più breve possibile.