Pedana propriocettiva e stabilometrica

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Freeman fu il primo nel lontano 1965 a presentare un lavoro completo ed articolato sull’importanza degli esercizi propriocettivi nella prevenzione delle distorsioni alla caviglia.

L'autore evidenziò come una generica distorsione alla caviglia crei una disorganizzazione di quel delicato equilibrio neuromuscolare indispensabile al piede, per adattarsi alle molteplici richieste motorie a cui è sottoposto.

Oggi a distanza di molti anni, anche se i mezzi sono diventati molto più sofisticati, il principio è rimasto il medesimo, anzi si è consolidato e radicato profondamente nella cultura riabilitativa. In questi anni all’interno dell’esercizio propriocettivo si sono delineate tre famiglie fondamentali di sistemi, ciascuna con caratteristiche proprie: sistemi propriocettivi monopodalici, sistemi propriocettivi bipodalici, sistemi stabilometrici.

  • Modalità bipodalica statica: Questa modalità chiamata comunemente stabilometria, ha la finalità di valutare il controllo posturale del paziente in situazione statica. Le applicazioni più frequenti di questa modalita' sono: la valutazione dell’oscillazione del centro di pressione (COP) in senso antero-posteriore e destra-sinistra, valutazione dell’area e del perimetro del Centro di Pressione.
  • Modalita' bipodalica dinamica: l’esercizio bipodalico dinamico è utilizzato per un controllo propriocettivo di tipo globale (destabilizzazione posturale). Il controllo propriocettivo è spesso alterato in situazioni dinamiche (es. atassia). La funzione primaria dell’esercizio e della valutazione bipodalica dinamica è proprio quella di capire e quantificare come il soggetto gestisce globalmente l’instabilità.
  • Modalità monopodalica a carico controllato: la modalità di utilizzo monopodalica a carico controllato (BW control) è spesso utilizzata per un controllo motorio periferico. Le applicazioni più frequenti di questa modalità sono: distorsioni tibio-tarsiche, legamenti crociati del ginocchio, protesi d’anca, controllo propriocettivo periferico in patologia a carico del Sistema Nervoso Centrale.
  • Modalita' monopodalica a carico totale: per la sua difficoltà di controllo ed esecuzione, l’esercizio monopodalico a carico totale, rappresenta l’ultima fase dell’iter riabilitativo ma di estrema importanza per affinare al meglio gli schemi motori del paziente prima della dimissione.